PMI e Cyber Risk. Il ruolo del broker assicurativo e dei suoi partner specializzati nel gruppo di lavoro permanente e multidisciplinare aziendale e quali i temi su cui confrontarsi. La domanda di polizze a tutela dai danni e costi derivanti da un guasto, un fermo, un attacco ai sistemi digitali aziendali, è in costante aumento. Tuttavia, essere assicurabili e far funzionare il contratto assicurativo quando serve, non è scontato. Margas fa luce sull’evoluzione del mercato assicurativo (parte 1), sui requisiti minimi che richiede (parte 2) e sul percorso assicurativo, forma minima di governance del cyber risk. Parte tre PMI e Cyber Risk: verso un nuovo modo di assicurarsi e gestire il rischio La polizza è uno strumento sicuramente molto utile per aiutare le aziende a far fronte ai rischi cyber. Quello che il mercato assicurativo sta chiedendo direttamente o indirettamente di fare per assicurarsi, può, tuttavia, essere scoraggiante e indurre a cercare vie brevi: soluzioni pronto vendita non calate sulla realtà aziendale che in caso di incidente rischiano di ritorcersi contro di essa. Pensiamo soprattutto a quel tipo di aziende che caratterizzano, in un insieme assai variegato di fatturati, di tipologie di attività svolte e di organizzazione, il tessuto produttivo
In un mercato che possiamo definire in crescita, ma ancora giovane per numerosità di contratti stipulati e quindi per dati ed esperienza, ci si sta accorgendo che essere assicurabili non è scontato. Dopo le riflessioni sul contesto che determina le caratteristiche attuali delle polizze cyber (parte 1), passiamo ai prerequisiti minimi richiesti e su come il processo assicurativo possa stimolare la Governance del rischio nelle aziende meno strutturate. Parte 2 Rispettare requisiti minimi per mitigare il rischio cyber La pandemia ha cambiato le modalità con cui si svolge l’attività lavorativa di milioni di persone e sono cresciuti a dismisura gli accessi da remoto ai sistemi aziendali. Questo stato di cose, in aggiunta a quanto abbiamo illustrato nella prima puntata, preoccupa gli assicuratori e dovrebbe pre-occupare anche noi. Per questo al giorno d’oggi nella fase di analisi del rischio o di raccolta delle informazioni necessarie per ottenere una proposta assicurativa Cyber, è bene avere già messo in campo le seguenti misure minime: VPN (Virtual Private Network) ed MFA (Multifactor Autentication) backup con la regola del 231 e le prove programmate di consistenza e ripristino strumenti di rivelazione e analisi dei log XDR (extended detection and response) gestione/automazione cambio password criptazione file
Margas, Broker e Consulente di Assicurazioni per le imprese festeggia i 40 anni dalla sua fondazione. Facciamo una chiacchierata con l’Ing. Luigi Burei che alla soglia dei suoi primi 80 anni, è ancora il presidente della società padovana. A conclusione di questo annus horribilis e in piena pandemia di Sars-Cov-2, approfittiamo della sua competenza ed esperienza per condividerla con clienti, partner e amici vecchi e nuovi. Assicurazioni per le imprese. Ing. Burei, come mai un ingegnere professore universitario approda qui? Nel 1980, l’anno alla fine del quale creai Margas, ero appena diventato professore associato alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova e titolare della cattedra di Trasporti Terrestri. Da insegnamento e ricerca, un metodo per “capire” le assicurazioni Era sin dal ’66 che tra docenza e ricerca andavo approfondendo aspetti tecnologici, gestionali ed economici della mia disciplina. In particolare mi interessava la correlazione tra modalità di trasporto e costi. Uno dei costi meno considerato o meno correttamente quantificato, che può rivelarsi preponderante, è il cosiddetto “costo del rischio” del trasporto merci: per esempio quello di perdere carico e mezzi attraversando una zona di guerra o subendo una rapina. Un problema avvertito sin dai tempi del Medioevo quando, specialmente nel trasporto
Dalla presentazione del Rapporto Clusit 2020 sulla sicurezza informatica, Margas ha estrapolato i dati chiave e le informazioni utili per i non addetti ai lavori. Siamo tutti caldamente invitati a comprendere e valutare la portata di questi temi in relazione al nostro business Rapporto Clusit 2020: Fermo d’attività, reputazione e privacy Il Rapporto sulla Sicurezza Informatica pubblicato da Clusit fornisce ogni anno interessanti dati sulla situazione mondiale e italiana e sezioni di approfondimento su temi specifici. Margas ha collaborato sul fronte assicurativo nel 2016 e 2017 , ben prima dell’entrata in vigore del GDPR e in tempi in cui la percezione della pervasività e dell’impatto del rischio digitale non era confrontabile con quella attuale. Con questo post vogliamo darvi la nostra lettura dell’ultima edizione presentata in piena pandemia Covid-19 attraverso una versione “smart” del convegno annuale Security Summit. In “tempi normali” questa era la piattaforma convegnistica deputata alla presentazione del Report; frequentatissima occasione di incontro business, rappresentava una interessante esperienza info-formativa sui vari ambiti della cyber security. Cyber security landscape: broker e imprenditori devono stare al passo Essere broker specializzati in rischi tecnologici e operativi vuol dire anche, e non da ora, occuparsi di comprendere lo sviluppo del panorama dei
Conoscere lo scenario del cyber risk è essenziale. ICT, Internet e Dati sono gli strumenti abilitanti e la cinghia di trasmissione del sistema produttivo, del suo business e competitività. Questo lo rende vittima perfetta del rischio operativo numero uno di questo millennio. Chiedersi quali sono i pericoli e le criticità in cui operiamo, è importante per prendere decisioni adeguate a garantire la prosperità delle aziende e di un paese intero. Cosa conosciamo dello scenario del cyber risk? Attacco Hacker! Furto o blocco dei dati, Ransomware, Cryptolocker, Cyber War, spionaggio politico o industriale inondano i giornali e il web. Il Rischio informatico è sempre più elevato, ma non è solo criminale: guasti ed errori umani sono cosa di tutti i giorni, anche se fanno meno clamore. E le conseguenze? Aziende o infrastrutture critiche ferme, reputazioni distrutte, concorrenza sleale, denunce e cause che durano anni. Fare un Cyber Risk Assessment e consultare un consulente assicurativo specializzato può salvare il business. Per prendere decisioni è tuttavia prioritario acquisire un buon grado di consapevolezza sullo scenario in cui ci si muove, sul rischio e le possibili contromisure. Di cosa stiamo parlando? Dati sotto attacco. Sono il petrolio del XXI secolo Il Dato analogico si
Assicurazioni contro il Cyber Risk? Cominciamo dall’ABC La tua azienda usa Internet, programmi software, posta elettronica per svolgere tutta o parte della propria attività. Hai tutto il tuo piccolo o grande ecosistema digitale “in casa” oppure dislocato presso uno o più fornitori di servizi. Il tuo personale usa device mobili che dilatano il tuo perimetro aziendale. Attui politiche di smartworking. I dati sono il tuo oro. Sei un fornitore di servizi digitali e devi garantire sicurezza, continuità di servizio e soluzioni sempre aggiornate ai tuoi clienti. Sei bravo, previdente e non temi nulla. E tuttavia nulla ti garantisce il rischio zero. Le probabilità di avere dei gravi problemi, la cui soluzione potrebbe avere costi elevatissimi, restano e stanno nelle cronache. Di seguito, con l’ausilio di una serie di domande e risposte chiave, cercheremo di stimolare la tua consapevolezza del rischio digitale prima di ricorrere ad assicurazioni contro il cyber risk a scatola chiusa. #1 Mi devo proteggere? Sì. Se l’azienda è collegata ad Internet, avrà almeno una porta verso l’esterno dalla quale qualcuno può introdursi nella rete e violare la mia “casa informatica” alla pari di un ladro. Come un ladro, può spiarmi, può impedirmi di accedere e dunque lavorare, può rubare
Calcolare i costi potenziali di un data breach alla nostra organizzazione serve a prendere decisioni importanti. Ecco di quali fattori tenere assolutamente conto e perché è importante fare questo esercizio di immaginazione: e se capitasse a me? * Il Data Breach. A chi è già successo Succede tutti i giorni: siti, server di posta di brand aziendali noti (o di partiti politici, di enti pubblici in primis sanitari) sono stati compromessi. Milioni i record di consumatori e cittadini esposti in rete. La borsa e l’opinione pubblica entrano in fibrillazione. Noi stiamo a guardare, grati che non riguardi noi e andiamo avanti. Pensiamo che l’impensabile non accada mai alla nostra azienda. Ma in un’epoca in cui così tante informazioni sensibili sono pubblicate, gestite e scambiate online, una violazione dei dati non è affatto impensabile. Le violazioni dei dati possono essere uno dei tipi di crisi più costosi a colpire il nostro business. Fare della governance e della conformità una priorità nell’attività quotidiana e avere un’infrastruttura adeguata che supporti tutti le aree dell’attività, aiuterà ad essere preparati a questo tipo di evento, risparmiandoci perdite per milioni nel lungo periodo. Soprattutto aiuterà a conservare la fiducia dei clienti. Margas si occupa del trasferimento assicurativo
Progetto CyR. La prima “assicurazione cyber” che Margas può fornire ai suoi clienti sono i servizi contro il cyber risk: analisi e mitigazione del rischio. Con una rete di partner abbiamo selezionato nella complessità del cyber risk, alcuni aspetti chiave che non si possono trascurare: #cybersecurity, #reputation, #humanfactor e naturalmente le relative valutazioni di impatto sul business. Perché avvalersi dei nostri servizi contro il cyber risk Avete mai sentito parlare di “Man in the middle“? Forse perché ha colpito la vostra azienda. Si tratta di una serie di tecniche di attacco diverse che configurano di fatto una sostituzione di identità, uno specchietto per le allodole che può finire in una frode bella e buone, con migliaia di euro deviati verso conti correnti diversi. Possiamo essere frodati noi, che crediamo di inviare il pagamento al destinatario desiderato, ma anche un nostro cliente che crede di pagare noi e invece paga l’uomo in mezzo che lo inganna con le nostre sembianze (usando i nostri dati e informazioni opportunamente e impercettibilmente modificate). Oppure di “Social Engineering” e “Phishing“? Il rapporto dell’FBI parla di 12,5 Mrd di dollari di perdite in tutto il mondo nel 2017 a causa di frodi via e-mail e nel solo
Che cos’è una BIA? Perché è funzionale alla gestione del Cyber Risk, al GDPR e ai fini assicurativi? Abbiamo provato a ragionarne con l’aiuto di Matteo Cecchini, consulente informatico delle PMI Effettuare una BIA per gestire Cyber Risk e compliance al GDPR Da Broker Assicurativi e consulenti in Risk Management dobbiamo segnalare ai nostri clienti il Rischio Cyber e le sue interconnessioni con il Nuovo Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati di prossima applicazione (GDPR, 25 maggio 2018). Avendo da sempre a cuore la continuità operativa aziendale, è anche necessario evidenziare la stretta correlazione tra il mondo “analogico” con i suoi rischi tradizionali e il mondo digitale in continua evoluzione. Infatti, non importa da dove nasca il problema, se da un cryptolocker o da un fulmine: se mette in blocco i servizi ICT e l’accessibilità ai dati, bloccherà l’azienda. Per questo motivo, proponendo il Progetto CyR, attività di consulenza che ha come output un corretto trasferimento assicurativo del rischio cyber, dobbiamo partire da una analisi dello stato dell’arte e la BIA può essere un valido strumento. BIA o Business Impact Analysis – Cos’è? Prima di capire come si traduce nella pratica l’attività di BIA da parte dei nostri partner ICT,
GDPR e PMI. La Commissione Europea lancia una campagna di comunicazione rivolta alle aziende: è ora che, in vista del 25 maggio 2018, il tessuto imprenditoriale comprenda l’importanza del Nuovo Regolamento per la Protezione dei Dati. GDPR e PMI: Tocca anche me? Da maggio 2018 diventeranno attuative regole migliori e più stringenti sulla gestione dei dati condivise da tutti gli stati membri dell’Unione Europea. Qualunque azienda che raccolga, archivi e usi dati personali deve porsi il problema di capire se e come debba adempiere al GDPR. Sia che lo faccia direttamente, sia che abbia incaricato Terzi di farlo in suo nome. La prima riflessione va fatta sulle informazioni relative ai dipendenti. A seguire ci si deve domandare se si “trattano” dati relativi ad altre persone: fornitori o clienti, per esempio. Certamente devono essere sensibilizzate le imprese che lavorano in ambito B2C online e offline. PA, Sanità pubblica e privata, Assicurazioni e Banca e Finanza, che tradizionalmente gestiscono una mole considerevole di dati personali, non potranno esimersi. Industria e servizi PMI maggiormente interessate dal GDPR In Italia sono 40.000 sono le imprese censite che operano attraverso l’e-commerce e sono in crescita costante; ciò implica necessariamente l’acquisizione di dati personali di diverso genere. (sole24ore). Ci